STORIA – La chiesa di Santa Maria di Lourdes

La chiesa di Santa Maria di Lourdes, con il suo campanile svettante ben visibile da buona parte del quartiere Sempione,  è una delle più ampie di Milano. Fu fortemente voluta da due fratelli sacerdoti, don Antonio e don Giuseppe Videmari, che decisero di erigere un santuario dedicato alla Beata Vergine di Lourdes in segno di riconoscenza per la guarigione di don Giuseppe da un male terribile. I due fratelli si dedicarono quindi instancabilmente alla ricerca di fondi, vendendo mattoni da dieci centesimi l’uno, Erano gli ultimi anni del secolo XIX e li acquistò persino il futuro pontefice Paolo VI, allora bambino.

La figura dei due sacerdoti, che per anni percorsero instancabili il Borgo degli Ortolani alla ricerca di fondi per il loro progetto, era ben nota a tutti gli abitanti del nostro quartiere. Finalmente nel  1893 acquistarono, dalla Contessa Celesia, un lotto di terreno in quella che allora era l’estrema periferia milanese e già nel 1895 fu eretta e completata la Grotta, dedicata alla Madonna su modello di quella di Lourdes.

Il convalescenziario per i malati – 1905

Negli stessi anni furono anche realizzati la chiesetta di Sant’Anna tra via Lomazzo e via Monviso e il convalescenziario per il malati.

I cittadini iniziarono a giungere anche da lontano per assistere alla recitazione del rosario e deporre fiori ai piedi della Vergine. La popolazione del borgo, per arrivare al santuario, doveva percorrere campi, allora deserti, attraversati da rogge e sentieri.

La grotta sarebbe dovuta diventare parte integrante della facciata del futuro santuario, ma il progetto originale fu abbandonato a favore di quello realizzato ad opera dell’architetto Alfredo Campanini.

Tra pareri discordi, incomprensioni e progetti poi abbandonati, nel 1897 iniziarono gli scavi per la costruzione del santuario vero e proprio.

La chiesa durante i lavori di costruzione – 1901

Finalmente, nel 1902, fu aperto al culto con la benedizione del Cardinal Ferrari. Su ogni lastrone del pavimento vi era il nome di un benefattore.

A quel tempo la basilica era sotto la giurisdizione della parrocchia della SS. Trinità, ma già nel 1910 si costituirà la delegazione arcivescovile di Santa Maria di Lourdes e nel 1925 diventerà parrocchia urbana.

La basilica nel 1902 con il campanile ancora in legno  

Su progetto dell’Ing. Giuseppe Calori, nel 1931 si iniziò la costruzione del campanile, alto 62 metri, in sostituzione di quello provvisorio in legno. Per adornarlo, lo scultore Lochis, pensò e realizzò 4 angeli alti 3 metri posizionati alla base della guglia in rame alta 12 metri:

  • l’Angelo dell’Adorazione:                 ha tra le braccia la croce
  • l’Angelo del Ringraziamento:            leva in alto il calice con l’Ostia Eucaristica
  • l’Angelo della Propiziazione:             tiene le braccia incrociate con il volto triste in atto di pentimento
  • l’Angelo della Impetrazione:             tiene le mani giunte e lo sguardo rivolto al cielo

Il 1° Aprile 1934, a lavori ultimati, il campanile venne solennemente benedetto dal Card. Schuster.

Nel 1943 la chiesa, come gran parte della zona, rimase vittima dei bombardamenti, riportando gravi danni nelle strutture e negli arredi. I parrocchiani non si persero d’animo: fu infatti prontamente restaurata e riportata al suo splendore e arricchita dal maestoso organo a tre colpi, dalla cupola affrescata e dall’imponente pulpito in marmo, del quale rimango ora solo i bassorilievi di Arrigo Minerbi.

Il convalescenziario, poi divenuto Casa Parrocchiale, dopo i bombardamenti dell’agosto del 1943

La chiesa mostra alcune interessanti opere pittoriche; quella più ragguardevole è la serie riguardante la Via Crucis del pittore Lazzaro Pasini. Si tratta di 14 dipinti realizzati tra il 1906 e il 1910. Le tele avevano inizialmente forma rettangolare, ma furono poi ridotte a forma di croce con cornici di uguale sagoma per invito di Don Antonio Videmari.

Si persero così alcuni personaggi minori, ma la figura di Cristo assunse una posizione di primissimo piano: il suo sguardo sembra girare, osservando lo spettatore e mutando l’asse di simmetria in senso orario.

Anche la processione dei Vescovi di Milano, il ciclo pittorico che orna le pareti della navata centrale è sempre del Pasini, realizzata, tranne l’ultima parte che fu affrescata da Luigi Migliavacca nel 1961, tra il 1929 e il 1940.

Sant’Anna                         Nel 1810 venne costruita in via Lomazzo una palazzina, affidata poi nel 1812 al guardiano Fra Carlo, dei Frati Francescani. Negli anni successivi, attorno al 1893, diventerà la “geseta del borgh”. All’inizio del ‘900 i fratelli Videmari la trasformarono in Oratorio Sant’Anna, nome che conserva tuttora.

L’oratorio Sant’Anna di via Lomazzo angolo via Monviso – 2016

Convento delle Suore                   La casa per religiose venne costruita nel 1820. Don Antonio Videmari nel 1896 collaborò con le suore per l’acquisto del terreno vicino al Santuario e nel 1898 le Religiose ottennero il nuovo monastero con la regola delle Suore Teresiane di Mondovì. Nel 1907, la Casa Generalizia di Torino, riconobbe la sede di via Monviso con il nome di Suore Terziarie Carmelitane.

Convalescenziario                        Negli ultimi anni dell’800, per volontà dei due fratelli sacerdoti Don Antonio e Don Giuseppe Videmari, venne costruito, adiacente alla Grotta, un nuovo edificio da destinarsi a casa di cura e di convalescenza, diventando successivamente casa parrocchiale sino al 1956, e poi adibito ad uso abitativo.

Il reverendo Maino davanti al Convalescenziario durante la festa per la consacrazione del pane – 1925